In questo articolo ti raccontiamo cos’è il vino biologico, perché è più buono e come lo interpretiamo noi di Terre d’Aenòr – tutto questo dal punto di vista di Ermes Vianelli, responsabile tecnico di Terre d’Aenòr votato da tempo alla filosofia del biologico e con decenni di esperienza nel settore.
Cosa vuol dire vino biologico?
Il vino biologico è un vino genuino prodotto con solo uve coltivate senza l’uso di prodotti chimici o sintetici, diserbi, pesticidi o concimi. “A me piace parlare di consapevolezza” – spiega Ermes Vianelli – “In un grappolo d’uva sano e in ottimo stato ci sono già naturalmente tutte le sostanze che garantiscono la produzione di un vino eccellente, conservabile senza alchimie”.
Nella produzione biologica come quella di Terre d’Aenòr, la lotta ai normali parassiti dell’uva è mirata e avviene attraverso dosi omeopatiche di rame e zolfo e pratiche agronomiche poco invasive. Alla fase di pressatura delicata, in cantina, arrivano solo uve sane controllate in tutte le fasi. “Particolare attenzione si dà ai microorganismi che si trovano in modo naturale nel mosto e dai quali trarre beneficio durante la vinificazione” – puntualizza Ermes.
Il risultato è un vino con caratteristiche gustative e sensoriali legate al territorio: solitamente i vini biologici sono più ricchi di colore, sapore e con profumi più complessi e meno scontati, più personali e nel tempo più riconoscibili.
Perché il vino biologico è più buono?
Oltre ad accompagnare un buon pasto, il vino biologico fa bene alla salute. Le sue proprietà benefiche sono legate alle innumerevoli molecole presenti nell’acino: sali minerali, vitamine e soprattutto i polifenoli con capacità antiossidanti e antinfiammatorie e in grado di tenere sotto controllo i livelli di colesterolo.
Il vino biologico è buono anche per l’ambiente. I terreni dei vitigni biologici di Terre d’Aenòr sono popolati da innumerevoli specie diverse di microrganismi utilissimi per l’ecosistema e per le normali trasformazioni chimico-fisiche del suolo. Questo si traduce in un notevole incremento e salvaguardia delle biodiversità vegetali e animali: non è raro vedere insetti “buoni” come api, coccinelle, falene, i fitoseidi (i cosiddetti “acari predatori”) ma anche una certa fauna selvatica come uccelli, piccoli roditori e rettili.
“La chiave di tutto sta nel rispetto del frutto” – puntualizza Ermes Vianelli – “Non usare prodotti chimici, mantenere integre all’interno del vino caratteristiche peculiari che lo rendono unico e riconoscibile e lo legano al territorio e all’annata. È un lavoro in continua evoluzione che ha come cuore l’osservazione, la riflessione e il confronto con le annate precedenti”.
Il vino biologico come filosofia per Terre d’Aenòr
Se potessimo usare una formula matematica, sicuramente diremmo che Terre D’Aenòr sta al biologico come Ermes Vianelli sta al vigneto. In Terre d’Aenòr sin dai primissimi giorni, Ermes è il motore tangibile della nostra cantina e in lui la filosofia biologica in quanto esaltazione della qualità delle uve ed esecuzione di tutte le corrette pratiche enologiche trova l’espressione migliore.
Tutti i vini Terre d’Aenòr hanno la certificazione biologica e rispettano in modo scrupoloso le regole e le pratiche agronomiche nonché quanto sancito dal regolamento europeo che costituisce il disciplinare del biologico. La produzione Terre d’Aenòr è mossa da un profondo rispetto per l’ambiente e dal desiderio di creare un prodotto di qualità e genuino da tutti i punti di vista, che tutela l’ambiente e la salute dei nostri consumatori.
Il vino biologico come scelta e investimento
La vinificazione biologica comporta investimenti importanti nelle attrezzature utilizzate in vigna: si tratta di strumenti per la lavorazione del terreno e per la diffusione dei fitofarmaci (antiparassitari di origine vegetale), per mantenere alta la performance del trattamento e controllare lo stato del prodotto.
Il vino biologico ha per questo costi di gestione dei vigneti superiori rispetto ai vigneti convenzionali, con produzioni talvolta inferiori. Richiede grande attenzione e professionalità: si tratta di prodotti non impattanti per l’ambiente ma che necessitano di cure durante tutto il ciclo produttivo.
Comprensibilmente il prezzo al consumatore è più alto rispetto agli altri vini. “Molte cantine decidono di non adottarlo” – interviene Ermes – “È un processo più complicato e richiede maggiori cure, a volte si rischia di perdere la produzione. Il raggiungimento di un risultato d’eccellenza sta tutto nella bravura e nelle competenze enologiche specifiche”.