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La rivoluzione giovane in Franciacorta: il racconto di Eleonora Bianchi di Terre d’Aenòr

Cosa succede se a 25 anni la tua vita cambia e scegli di essere a capo di un’azienda vinicola in Franciacorta? La storia che stai per leggere è quella della fondatrice di Terre d’Aenòr, Eleonora Bianchi, che ha abbracciato una nuova stimolante sfida con un futuro lavorativo nel vino, in linea con un trend crescente che, secondo studi di settore degli ultimi anni, riguarda molti laureati under 35. Ecco il racconto di Eleonora in prima persona.

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Dalla pratica forense ai vitigni: la mia scelta

Fino a novembre 2020 ero convinta che sarei diventata avvocato. È sempre stato il mio sogno nel cassetto, già a 12 anni volevo studiare Giurisprudenza. E così ho fatto: università, inizio del tirocinio presso uno studio legale e prospettiva dell’Esame di Stato. Alla fine del mio percorso universitario, mio padre, appassionato di vitigni da sempre, realizza una sua grande aspirazione e dà il via, insieme al responsabile tecnico Ermes Vianelli, alla produzione biologica di una serie di vini spumanti nati dalla vendemmia 2018. I piani iniziali erano semplici: una volta ottenuto l’Esame di Stato nel 2022, mi sarei unita al progetto. Ma qualcuno ha mai visto dei piani che vanno esattamente come se li è immaginati?

Ecco che iniziano i mesi più duri: proseguo il mio tirocinio part-time e il resto della giornata lo dedico al progetto. E qui accade quello che mai avrei creduto possibile. Quando penso al mio futuro, l’immagine di me mentre tengo un’arringa in tribunale si sostituisce man mano con una nuova, incredibile e carica di adrenalina: me nelle vesti di imprenditrice, tra analisi della concorrenza, controllo dei processi produttivi e di qualità, obiettivi di vendita, motivazione e coordinamento della mia squadra di lavoro, degustazioni ed eventi… Tutto avviene in modo molto naturale: via via che il mio coinvolgimento aumenta, vedo la mia strada sempre più delineata. Non sono una che tiene il piede in due scarpe, anzi, amo dedicarmi totalmente alle cose in cui credo. E la cantina era tutto questo, un progetto nascente, giovane, pieno di potenzialità, proiettato verso nuovi orizzonti – e io mi rispecchiavo in tutto questo.

Così, in un giorno d’inverno del 2020, una di quelle giornate corte e con poco sole, do una svolta al mio futuro illuminandolo con una scelta genuinamente carica di entusiasmo: decido di non proseguire il praticantato e abbraccio la cantina Terre d’Aenòr. Da quel momento mi immergo completamente in una nuova realtà e capisco quanto questo progetto, che porta tra l’altro il mio nome, avesse bisogno di me a tempo pieno . Ed eccomi qui, una giovane imprenditrice!

 

Cosa vuol dire Franciacorta per me

Prima di Terre d’Aenòr, il vino per me era sinonimo di convivialità, un elemento magico che fa stare bene tutti; questa nuova avventura imprenditoriale mi ha portato a studiare le basi dell’agronomia e dell’enologia (ebbene sì, l’attitudine dell’universitaria allo studio e all’approfondimento non mi ha abbandonato!) e adesso non vedo l’ora di poter affiancare Ermes sulle tematiche della vigna e della cantina.

Questo interesse è sempre più vivo anche grazie allo splendido territorio della Franciacorta. Sono nata e cresciuta proprio qui, tra il lago d’Iseo e le colline, e ora più che mai, circondata dal verde e dalle distese di filari, penso a quanta fortuna ho a vivere e lavorare qui. Non solo: adesso noto dei particolari che prima mi sfuggivano. Presto attenzione allo stato delle vigne, guardo se sono curate o no, osservo lo stato di maturazione dei grappoli…tutti succosissimi dettagli che sto scoprendo nell’approfondire la materia vitivinicola.

Da sempre agguerrita, competitiva e ambiziosa, voglio creare qualcosa con un impatto positivo per il mio territorio e per il mondo vinicolo. La mia idea è raccontare un prodotto autentico come una bottiglia di spumante Franciacorta declinandolo in tanti ambiti come la cucina, l’arte, la letteratura, la moda, la musica: animarlo, renderlo interattivo, fulcro di un ricordo memorabile. Anche questo vuol dire far vivere l’esperienza Franciacorta.

 

Una cantina con il mio nome: la mia visione di Terre d’Aenòr

Ricordo bene le prime sensazioni che ho provato quando i miei genitori ed io abbiamo scelto come nome della cantina Terre d’Aenòr: mi sono sentita piena di orgoglio e senso di responsabilità. Certo, a 25 anni questa cosa potrebbe spaventare, ma fin da subito mi sono appassionata al fattore sfida e ho deciso di imparare tante cose sul campo e di prendere tutto il buono dai collaboratori per capire gli elementi chiave del “sistema azienda”.

Penso che il mio approccio al mondo del vino, da esterna e con occhi nuovi, possa essere un vantaggio e offrire alla cantina una prospettiva diversa, con un indirizzo innovativo. I franciacortini lo sanno bene: il nostro territorio è un universo dallo stampo molto classico, a tratti ermetico, spesso riservato a pochi eletti. Anche per questo mi è sempre piaciuto pensare a Terre d’Aenòr come una cantina profondamente moderna nel panorama della Franciacorta. Guidare un progetto come Terre d’Aenòr a soli 25 anni è qualcosa di rivoluzionario, una ventata di freschezza che spariglia le carte e, perché no, ridefinisce i canoni del mondo vinicolo. Sennò che sfida è?

 

Terre d’Aenòr in tre parole: innovazione, coinvolgimento e trasparenza

Ci sono tre concetti che, fin dalla nascita di Terre d’Aenòr, rappresentano per me importanti linee guida, in quanto configurano quella spinta indispensabile per gettare il cuore oltre l’ostacolo e sfidare le convenzioni:

Innovazione: un concetto che investe interamente l’azienda. Comincia con una filosofia 100% biologica e con la sensibilità senza pari di Ermes Vianelli; prosegue con i macchinari per lavorare la terra e, in cantina, con le strutture e il know-how necessari; poi si estende al brand e alla comunicazione, aspetti che rivestono un ruolo strategico e che ho seguito sin dalle prime fasi.

Coinvolgimento: Terre d’Aenòr nasce per abbracciare il proprio pubblico. I nostri vini fanno vivere a coloro che si avvicinano a noi un immaginario fresco ed elegante, instaurano un dialogo e stuzzicano con stimoli nuovi. Il tutto in modo attivo e partecipativo, per creare uno scambio vivo di esperienze.

Trasparenza: penso che questo concetto, insieme alla cura dei dettagli, sia la chiave della nostra cantina. Essere trasparenti vuol dire essere genuini e autentici, ma anche voler condividere ogni momento (ad esempio, i dietro le quinte!), raccontarsi nella più intima essenza. Un po’ come facciamo giorno dopo giorno sui nostri canali social e come ho fatto io con questo articolo, aprendovi le porte del mio mondo.

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